venerdì 4 maggio 2012

Volerò da te - Raccondo breve


Ogni cosa che apparteneva a te che trovo per casa mi porta a pensare che forse forse non te ne sei andato. Forse sei nascosto in bagno, come facevi quando volevi farmi una sorpresa. Forse stai solo aspettando l’autobus per tornare a casa. Però intanto io non ti vedo, ed è molto triste, quindi, per favore, vieni fuori.

Faccio il tè come al solito, lo verso nella mia tazza e ne verso una anche a te, e ne guardo il vapore sparire piano piano finché il tuo tè diventa freddo e io devo preparare la cena.
Tutto è diverso quando non ci sei e io sento il cambiamento che vibra nell’aria, anche se cerco di ignorarlo e fare finta di nulla. Il disagio mi sfiora la pelle se mi affaccio alla tua camera, mentre un calzino appeso sullo schienale della tua sedia rossa mi implora di riporlo in un cassetto. Ma non voglio entrare, il calzino rimarrà lì, incompleto senza il suo compagno, come lo sono io ora. Ti sto aspettando, per tornare completa.

Sei triste dove ti trovi ora? Ti senti solo? Provi dolore? Quanto vorrei stare male al posto tuo, ho sempre voluto prendere i tuoi malesseri per farti stare bene. Se fosse più semplice.

Tolgo il tuo giubbotto dall’attaccapanni per portarlo in lavanderia. L’inverno giochi così tanto fuori che si sporca sempre di terriccio, e anche se ogni volta ti dico parole non mi ascolti, tu sei una spirito libero, come posso riuscire a trattenerti dentro casa accanto a me?

Oggi Luca farneticava qualcosa di strano riguardo a te. Ma non è vero quello che dice. So che ritornerai, perché sei uscito per fare una passeggiata nel bosco. Non so quando però. Ed è per questo che sono triste. Perché non torni subito, così possiamo cenare insieme, come una volta?

“Sara, guarda la realtà, Michael è morto, non tornerà, non tornerà più da noi!”
Perché Luca deve urlare in questo modo? Perché deve urlare che sei morto? Non è vero. Non è così, giusto? Tornerai, vero? La tua mamma ti aspetta. E tu non puoi stare senza la tua mamma. Sei così piccolo così indifeso.
“Sara, ti porto in una clinica. Sono sicura che lì sapranno aiutarti”
Luca mi ha chiuso qui dentro, in una prigione fatta di muri bianchi. E forse ho capito. È vero che non tornerai più? Se è così l’unico modo per trovarti è seguirti. Sto arrivando amore mio, la mamma viene da te. Basta saltare da questa finestra aperta e volerò da te. Aspettami.

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